“DIGITALE: femminile, singolare”, il microfono è in mano a Martina Antoniotti, Head of Marketing di Utravel, travel brand di riferimento per i viaggiatori under30.

“Onesta, diretta e corretta”: così si definisce Martina Antoniotti protagonista del nuovo appuntamento “DIGITALE: femminile, singolare”. Martina ci ha raccontato il suo percorso professionale e di crescita nell’ambito del marketing e di come, in piena emergenza sanitaria, sia entrata in Utravel.

Utravel è una start up specializzata nell’organizzazione e pianificazione di viaggi per giovani viaggiatori under30, con importanti progetti e prospettive per il futuro. Il viaggio è scoperta, incontro, avventura, condivisione e dialogo. Martina, in qualità di Head of Marketing, si fa portavoce e promuove questa filosofia e l’idea di un turismo valoriale che arricchisca e costruisca.

Se dovessi descriverti con 3 aggettivi quali useresti e perché?
Mi ritengo una persona onesta, diretta e corretta. Penso e spero di essere anche empatica, quindi sensibile nel capire certe situazioni e nel mettermi nei panni degli altri, cercando il più possibile, in un'ottica di lavoro di squadra, di far sentire tutti a proprio agio.

Come sei arrivata a ricoprire il ruolo che occupi oggi? Da dove sei partita? Quali sono stati i tuoi studi? E quali le tue esperienze?
Io ho una storia un po’ particolare, non così canonica rispetto a chi è Head of Marketing in una startup. Mi sono diplomata in un liceo classico e laureata in giurisprudenza, ho lavorato poi in uno studio legale e successivamente in una banca. A 26 anni mi sono resa conto che le mie passioni e il mio talento mi portavano da un’altra parte, così ho deciso di reinventarmi: un giorno mi sono imbattuta in un annuncio di Facebook di una start up nel mondo food retail e ho deciso di rispondere e buttarmici. Ero e sono appassionata di social, di grafica e di illustrazione, volevo coltivare quelle passioni e mi sono ritrovata a fare marketing e comunicazione. Le ambizioni c’erano ma sulla carta sembrava un po’ strana, avevo rinunciato a un contratto indeterminato per uno stage! Quell’esperienza è stata una palestra di 4 anni intensissima, mi sono approcciata a diversi progetti, toccato diverse aree: dai social, alla PR, agli eventi, a come si costruisce un brand. Poi nel 2020, durante il covid, mi sono unita a Utravel per continuare il mio percorso nell’ambito del marketing in un’industria del turismo, con un ruolo diverso, diventando Head of Marketing.

Di cosa ti occupi nello specifico? Quali progetti segui?
Essere responsabile del brand del marketing e della comunicazione all’interno di una startup mi permette di avere le mani in tanti progetti diversi. Abbiamo diversi progetti a livello valoriale, vogliamo investire in un turismo che faccia crescere sia chi viaggia con noi che le destinazioni che ci danno il benvenuto e farci portavoce di una specifica filosofia di viaggio. Al tempo stesso vogliamo evolvere come brand, posizionarci e rafforzare la nostra brand identity. Quindi sì essere un travel brand che offre dei bellissimi viaggi, ma anche un brand con valore che lavora sulle partnership, sulla customer journey e su tutti i touch point. Un aspetto molto importante per me, ci tengo particolarmente. Proprio l’idea di avere una cultura e dei valori aziendali, di come si lavora, di quello in cui si crede, delle cose a cui diamo importanza, presenta agli altri quanto un brand è realmente concreto.

Qual è stato il progetto più interessante e sfidante a cui hai collaborato?
Se dovessi identificarne uno, direi che è stato sicuramente ripensare il concetto di viaggio, durante e post una pandemia. Utravel si è ritrovata sulla rampa di lancio, di crescita a livello di numeri, stavamo aprendo nuove destinazioni, stavamo lanciando il nuovo sito ed è arrivato il covid. All’inizio non si sapeva come affrontare la situazione, anche a livello di marketing e comunicazione e soprattutto a livello reputazionale. Quel momento di crisi, dove seguivo indirettamente i flussi di lavoro perché non ero ancora entrata a tutti gli effetti in Utravel, è stato educativo e formativo, ci siamo concentrati sui nostri clienti, sulle persone e il team si è rafforzato. Eravamo una startup che lavorava nel turismo durante il covid!

Secondo te, qual è la più grande difficoltà che affrontano le donne che oggi vogliono intraprendere una professione “digitale”?
Ho sperimentato, nel corso delle mie esperienze, l’ ambiente maschilista o comunque una modalità diffusa di pesare, in un certo modo, il ruolo della donna in ambito lavorativo. Rifletto molto su questo tema, sul fatto che le donne non vengono valorizzate abbastanza, che non hanno un certo tipo di carattere, di fare, di porsi. La frase che ho sentito più spesso, anche nel recruiting, è: “Quel candidato non ha le palle”, già la scelta fa capire che si ricerchino solo caratteristiche che vengono viste come maschili, come la forza, l’ arroganza e la violenza, ovviamente non fisica. Se dovessi identificare la difficoltà maggiore per me è proprio la mentalità, il sistema, che già ci rende un po’ invisibili come genere e svantaggiate. Per non parlare poi della maternità: con il raggiungimento di una certa età, alla donna ci si permette di chiedere se vuole sposarsi, se vuole dei figli, se vuole una famiglia, dando per scontato che poi sarà lei a prendersene cura e che quindi in qualche modo intralcerà la sua carriera.

Cosa consiglieresti ad una ragazza neolaureata che vorrebbe intraprendere una carriera lavorativa nel digitale?
Per me il digitale ha interrotto la barriera all'ingresso. Chiunque può inventarsi un progetto, sponsorizzarlo e avere successo. Non dico che sia semplice, ma che le opportunità sono diverse e alla portata di tutti. Provare, sperimentare, giocare un po’ con quello che è la comunicazione online e la comunicazione digital, non mi farei frenare. Si tratta di un mondo che cambia in fretta quindi di non pensare che una volta finita l'università, il percorso è terminato, anzi! Bisogna continuare ad informarsi e rimanere aggiornati, gli algoritmi cambiano velocemente e cambiano le piattaforme. Circondarsi di persone stimolanti e appassionate, raccogliere consigli, notizie, ascoltare e assorbire. Il mondo del digitale, in generale della comunicazione, è un mondo fatto di relazioni, fa parte del gioco e della parte bella, ecco questa è l'ultima cosa che mi sentirei di dire.

Dove prendi le informazioni per rimanere aggiornata nel mondo della comunicazione e del marketing?
Mi tengo aggiornata con i podcast, le newsletter e sono abbonata a Learnn per approfondimenti e conoscere gli ultimi aggiornamenti di settore. Per una formazione più “tecnica” invece seguo anche alcuni profili LinkedIn. Sono una sostenitrice degli stage e del learn by doing, ritengo che l’aspetto teorico sia fondamentale ma la parte pratica imprescindibile.

All’interno di Utravel, in quali progetti futuri ti piacerebbe essere coinvolta?
Ho la fortuna di affermare che quello che vorrei fare, in realtà lo sto già facendo! Ci stiamo affermando come travel brand, come dicevo prima, nei prossimi mesi vorremmo cominciare ad avere un impatto positivo anche nei luoghi in cui andiamo. Vorremmo, soprattutto per il nostro target di ragazzi dai 18 ai 29 anni (generazione Erasmus) diventare una società benefit. Condividiamo e vorremmo abbracciare degli obiettivi che l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’ONU ha promosso per cercare di aiutare il pianeta. Uno dei progetti, quindi, più grandi che seguirò l'anno prossimo sarà proprio quello di identificare i fornitori giusti con cui lavorare per farci portavoce di una filosofia di viaggio più responsabile, offline e online.

Digitale: femminile singolare

Parità di genere e digitale. Storie a confronto tra sfide e opportunità

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