La parola a Maria Elena Penzo, Marketing Manager presso Laminam

Maria Elena Penzo, Digital Marketing Manager per Laminam, una delle principali aziende nel settore ceramico del modenese, è la nuova protagonista del nostro progetto “DIGITALE: femminile, singolare”, che dà voce alle professioniste del Digital Marketing.

Passioni, viaggi e tanta voglia di mettersi in gioco: Maria Elena cresce con il sogno di diventare medico. Con i primi anni di università, capisce che la sua strada non è tra camici e stetoscopi e si iscrive a Scienze Politiche a Forlì. Con un erasmus in Norvegia, che le conquista il cuore, una laurea a Bruxelles in Relazioni Internazionali e Global Governance con le prime esperienze nelle Nazioni Unite e una viaggio in Mauritania, scopre quasi per caso il mondo della comunicazione. Da lì, la crescita professionale nel Digital Marketing. 

Se dovessi usare tre aggettivi per descriverti, quali useresti?
Sono diretta, sto imparando ad essere anche un po’ più diplomatica e so ascoltare l’altro, il team. Ho sempre avuto queste caratteristiche a livello embrionale e ho imparato negli anni a raffinarle.

Come sei arrivata a ricoprire il ruolo di oggi? 
Io vengo da tutto un altro background, nel senso che il mio sogno da piccola era diventare un medico, quindi provai il test di ammissione a medicina, ma non passai. Allora come quasi tutti quelli non ammessi, mi iscrissi a Biologia, ma capii definitivamente poco dopo che non fosse il mio campo. Avevo anche la passione per le scienze politiche e le relazioni internazionali e mi iscrissi all’Università a Forlì. Dopo un erasmus in Norvegia, dal quale non sono tornata per 10 anni, mi sono laureata e iscritta a Bruxelles per specializzarmi nel mondo dei diritti umani. Durante una summer school al Sant’Anna di Pisa, ho conosciuto un’organizzazione non governativa con la quale sono partita come Project Manager in Mauritania lavorando per progetti legati alla crisi maliana. In quei mesi ho visto con i miei occhi il settore umanitario, con tutte le sue peculiarità e con tutte le sue grandi contraddizioni, e mi sono avvicinata, per la prima volta,s al mondo della comunicazione. Attraverso la creazione di contenuti e report ho iniziato ad interessarmi a questi aspetti. Mi sono poi specializzata con un master a Londra in Marketing con focus sul digital e, in contemporanea, ho trovato lavoro presso un’azienda di Bologna che aveva l’ufficio marketing ad Oxford, dandomi la possibilità di approcciarmi a questo nuovo settore in punta di piedi, guardandolo e  osservandolo. Oggi sono in Laminam, un’azienda che opera nel settore ceramico, come Digital Marketing Manager.

Di cosa ti occupi nello specifico? 
Mi sono specializzata nel mondo digital: da lead generation alla creazione di contenuti fino a SEO e analisi con varie esperienze nel settore. Successivamente all’interno di un'azienda di consulenza in Digital Analytics, Martech Consulting and Customer Experience Management, ho avuto la possibilità di vedere molto più da vicino e a 360 l'importanza del dato e della sua analisi, che mi ha aiutata tantissimo nei lavori di cui mi occupo attualmente. Oggi in Laminam, con tutti i progetti in essere e le sfide da affrontare, gestisco insieme al mio team la parte digital: dal CRM alla lead generation passando per social e web. Tanti nuovi progetti, nuove sfide da affrontare. 

Qual è l'aspetto che hai trovato più sfidante nei progetti a cui collabori? 
Ci sono diversi aspetti che ogni giorno si trasformano in affascinanti sfide. Oggi mi trovo in Laminam, azienda giovane che sta crescendo velocemente e si sta strutturando per diventare l'azienda che vuole essere, qui sicuramente l'aspetto più sfidante sui progetti che stiamo affrontando è rappresentato dall'abbattimento dei silos tra i vari dipartimenti. Quello che stiamo cercando di fare è affrontare i progetti a 360 gradi allargando i tavoli operativi, cercando così di non lavorare più a compartimenti stagni. A livello di digital marketing abbiamo l'obiettivo di costruire e rafforzare una comunicazione di brand coerente e armonica worldwide che porti a lead di qualità. 

Com’è il tuo team di lavoro ideale? 
Essenzialmente, mi piacciono i team con carattere. I team che abbiano il coraggio di mettersi in gioco come persone e come professionisti, che parlino con franchezza (e con rispetto chiaramente!), e che non viaggino sempre nella comfort zone. È bellissimo avere dei team giovani e alle prime armi perché vedere l’evoluzione che fanno dà una grandissima soddisfazione. Nel mio caso servono trasparenza, voglia di mettersi in gioco e trasversalità. La trasversalità seppur mantenendo le proprie specializzazioni ed inclinazioni diventa fondamentale in particolar modo in un team di donne, dove è normale ad una certa età aver voglia di maternità (e ben venga). Grazie ad essa ed insieme alla flessibilità aziendale infatti le donne potranno non dover rinunciare ad una delle due sfere: lavoro /famiglia. Nella gestione del team quello che mi piace è che sia variegato in termini culturali e professionali, per portare quelle sfaccettature di prospettive che io da sola non posso avere, anche nelle discussioni. Nella trasparenza non ci sono pericoli. 

Secondo te, qual è la più grande difficoltà che affrontano le donne che oggi vogliono intraprendere una professione "digitale"? 
Secondo me la difficoltà più grande e in generale, è lavorare in team. Tutti dicono di saper lavorare in gruppo, ma non è così: spesso non te lo puoi scegliere, il più delle volte ci finisci. E ancora più difficile è individuare una linea comunicativa da impiegare all’interno di un team e di un’azienda: capire come agire, come parlare. All’inizio della carriera si è giovani con tanta voglia e talvolta poca pazienza e bisogna trovare il giusto registro e capire che può essere diverso per ognuno. È la cosa più impegnativa sia come manager che come membro di un team. Nello specifico, come donna potrebbero esserci altre sfide: quelle che io fortunatamente non ho mai riscontrato a livello diretto. Mi è stato chiesto di preparare il caffè, in quanto donna, questo purtroppo si, ma con il giusto registro comunicativo e spiegandone anche le motivazioni non me lo hanno mai più chiesto. Con gli uomini ci possono essere a volte delle incomprensioni di questo genere, però secondo la mia esperienza con una comunicazione chiara si risolve tutto: è fondamentale spiegarsi e parlare. Uomini e donne per fortuna sono diversi e questo è un grande plus, abbiamo delle soft skills altamente differenti e complementari che arricchiscono il team. Si tratta di una diversità da recepire come punto di forza. 

Dove prendi le informazioni per restare aggiornata? 
A livello di azienda, secondo me, il partner con cui ci si lega deve essere la fonte di informazione più corretta e aggiornata. Da un consulente efficiente mi aspetto di ricevere anche quelle informazioni che permettono all’azienda di muoversi correttamente. Nel mio quotidiano, per rimanere aggiornata, leggo le riviste, a cui sono abbonata, seguo i webinar del settore, newsletter, podcast. LinkedIn è una buona fonte di notizie utili, però quando si tratta di implementazioni più grosse, preferisco passare all’outsourcing. 

Cosa consiglieresti ad una ragazza neolaureata che vorrebbe intraprendere la tua carriera lavorativa? 
Alle nuove leve consiglio di essere delle spugne, Il settore digitale è talmente ampio che è bello scoprirlo tutto. Si parte dalle attività più creative fino ad analisi avanzate e averne una percezione olistica è importante. Inoltre è estremamente dinamico, oggi lavoriamo su tecnologie che molto probabilmente tra 5 saranno già obsolete o comunque sicuramente integrate e aggiornate. Quello che consiglio soprattutto all'inizio è di essere delle spugne, di sfruttare ogni occasione per mettersi in gioco e per specializzarsi. Sono molto importanti le relazioni interpersonali e all'interno del team, prendi chi ti può insegnare come punto di riferimento e cerca di assorbire tutto quello che ti può dare sia sul punto tecnico che umano. In questo percorso cerca di capire quali sono i tuoi punti di forza e anche quelli deboli perché questa consapevolezza è la chiave di tutto. Infine bisogna mettersi in gioco e anche buttarsi a volte, bisogna togliersi dalle zone di comfort e poi, sempre all'inizio, non abbiate paura a fare domande e/o a chiedere spiegazioni anche se possono sembrare banali. Lo ribadisco ogni volta: non esistono domande cretine! 

Quale sarà il prossimo progetto che intraprenderai in azienda? In quali progetti futuri ti piacerebbe essere coinvolta? 
Attualmente stiamo lavorando su molteplici progetti: dal rifacimento del sito, alla coordinazione social con filiali e distributori fino alla revisione del funnel della lead generation e CRM. In quali progetti mi piacerebbe essere coinvolta in futuro? Al momento sono abbastanza full con questi, ma ogni progetto che tocca sfere digitali mi interessa sempre!

Digitale: femminile singolare

Parità di genere e digitale. Storie a confronto tra sfide e opportunità

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