Wikimedia Italia nasce nel 2003 come associazione per sostenere in Italia Wikipedia. Quest’anno partner culturale della Milano Digital Week, “PIù donne su Wikipedia” il titolo del workshop tenutosi proprio in quell’occasione; un'opportunità per coinvolgere istituzioni e cittadini sul tema dell’apertura dei contenuti e della partecipazione in progetti collaborativi a beneficio di tutti.
Mastrocom, immaginiamo che questo non sia il tuo vero nome. La scelta dell'anonimato deriva, come possiamo dedurre, da una tutela verso la violenza digitale. Qual è il tuo punto di vista al riguardo? Come secondo te può essere limitata?
Wikipedia, come tutte le enciclopedie, informa secondo quanto detto dalle fonti autorevoli da un punto di vista neutrale. Questa esigenza di neutralità è sotto gli occhi di tutti, ma purtroppo non è compresa da molte persone, che invece cercano di usare Wikipedia come uno strumento per imporre la propria visione, per acquisire visibilità, per promuovere aziende, prodotti, personalità più o meno note, o per propagandare idee politiche.
Molti di questi utenti dannosi possono arrivare a minacciare, legalmente o per altre vie, un volontario di Wikipedia per queste ragioni. Ma noi wikipediani siamo gente comune, non siamo abituati a stare sotto i riflettori, le conseguenze dell'esposizione pubblica potrebbero essere davvero distruttive per le nostre vite personali. Per questo spesso preferiamo l'anonimato, per continuare a contribuire al progetto senza subire ripercussioni.
Da qualche anno esiste anche un codice di condotta universale che vuole tutelare gli utenti e garantire che si mantenga un clima positivo nei progetti. Sono regole che dovrebbero essere seguite da tutti online.
Quali sono i valori che guidano i volontari di Wikipedia?
Wikipedia si basa sui 5 pilastri:
- Scriviamo un’enciclopedia (non un blog, non un forum, non un social);
- È dotata di un punto di vista neutrale sulla base di fonti autorevoli e terze;
- È libera, che non significa che ognuno può scriverci o fare ciò che vuole, ma gratuita, liberamente consultabile e modificabile);
- Questi spazi hanno un codice di condotta; in un ambiente collaborativo non ci si dovrebbe insultare, attaccare personalmente il nostro interlocutore, minacciare o discriminare;
- Non ci sono regole fisse. Ci si autogestisce in base al buon senso, senza dover necessariamente seguire pedissequamente una linea guida qualora questa non apporti valore aggiunto all’enciclopedia.
“Più donne su Wikipedia” è il titolo del Workshop tenutosi proprio durante la Milano Digital Week. Com’è nata l’idea?
Nelle edizioni più importanti di Wikipedia l’80% delle persone che scrivono è costituito da uomini e l’80% è dedicata a uomini. Da diverso tempo volontarie e volontari cercano di ridurre questa disparità. Per Milano Digital Week si è pensato di fare una maratona di scrittura partendo dalla lista di nomi di donne del Catalogo della BEIC Digital Library, valorizzando così una collaborazione in corso da anni con la biblioteca BEIC di Milano.
Perché hai scelto di partecipare al Workshop? Quantə sono statə i “maratonetə” che hanno partecipato all’ Edithaton, la maratona di scrittura oggetto del Workshop?
Eravamo in 7, più un utente da remoto.
Non vivo lontanissimo da Milano e per me è sempre una bella occasione partecipare agli editathon dal vivo con altri wikipediani. Poi a me non dispiace scrivere di biografie di donne. Scrivere su questo tema è sempre interessante, così come ogni biografia in generale.
Non penso che le donne trovino ostacoli nell’editare Wikipedia. O comunque, non le stesse difficoltà che si incontrano a prescindere dal sesso. Almeno, io non mi sono mai sentita discriminata in quanto utente donna. Però è vero che le donne su wikipedia sono di meno. Forse è un fatto culturale che c’è all’esterno di Wikipedia piuttosto che all’interno.
In realtà non sappiamo nemmeno con precisione quante utenti donne ci sono, visto che nelle preferenze ognuno può indicare il genere che vuole o non indicarlo affatto. Per anni ho pensato che alcuni utenti fossero maschi, e invece me li ritrovo nella vita reale e puff, sono donne.
Altra ipotesi senza fonti e da prendere con le pinze potrebbe essere che le utenti donne su wikipedia sono meno “visibili”, cioè editano in maniera più discreta, partecipano meno alle discussioni, si incazzano di meno. Ma appunto, anche questo è tutto un grande forse.
Può Wikimedia, attraverso i suoi progetti, contribuire alla ridefinizione del mondo digitale in un’ottica di genere?
I progetti Wikimedia possono contribuire alla ridefinizione del mondo digitale in generale, non solo in ottica di genere. Grazie ai progetti Wikimedia il modo di cercare informazioni è cambiato negli ultimi 20 anni. Sono consultabili liberamente una serie di contenuti sufficientemente affidabili riguardo a diversi temi, anche quelli sul genere.
Io scrivo di biografie femminili perché effettivamente sono un argomento poco coperto sulla nostra enciclopedia ed è giusto che il lettore sappia anche che nella storia ci sono state donne importanti, sia in maniera positiva che negativa. Noi wikipediani informiamo e produciamo contenuti affinché il lettore si faccia autonomamente la sua personale idea sull’argomento.
Una biografia all’interno di Wikipedia che non poteva assolutamente mancare?
Per la bio femminile direi Helen Suzman, che ho scritto in occasione di una writing week a marzo sulle donne, per 13 anni unica donna bianca al parlamento sudafricano del Partito Progressista (anti apartheid).
Se parliamo di biografie maschili, Ali Shariati: l’ho scritta qualche mese fa, avevamo la voce su un omonimo attivista iraniano e non su di lui, che è considerato il Sartre iraniano presente in oltre 40 edizioni linguistiche di Wikipedia.
Da quanti anni sei attiva sui progetti Wikimedia e in che tipo di attività ti concentri? Come ti sei avvicinata al tema del gender gap?
Era il 2018 quando ho iniziato a fare la wikipediana per davvero, vagabondando tra i progetti e mi sono accorta che c’era questo progetto Wikidonne che aveva un sacco di liste di biografie femminili mancanti e che faceva un sacco di editathon al riguardo. Mi sembrava interessante così ho iniziato a scrivere di bio femminili.
Io sono amministratrice, quindi mi occupo di gestire problemi come le cancellazioni immediate, i blocchi degli utenti problematici e altre cose poco divertenti. Riguardo alle voci, che sono la cosa che mi interessa di più, sono un’utente generalista, mi piace scrivere un po’ di tutto (specie biografie, è il tema più generalista che c’è), vagabondo per i vari progetti abbandonati a cercare ciò che manca.