Podcast e linguaggio, ovvero: "Brand, fai riconoscere la tua voce!"

Caro Brand, se per molto tempo la teoria per cui “un’immagine vale più di mille parole” ha dettato legge nelle strategie di comunicazione, ora che c’è bisogno di sentirsi più vicini, il suono si impone, e vale la pena di dare a quelle parole un peso, un significato, un’intonazione che, guarda caso, parlano di te!

Il contesto ci impone distanza, la reazione è che tutti abbiamo bisogno di “sentirci” di più. Sentire significa letteralmente “provare una sensazione fisica provocata da stimoli interni o esterni”, come una voce.


Ecco perché il famoso ToV, “Tono di voce” con cui un’azienda si rivolge all’esterno mai come ora ha bisogno di farsi sentire forte e chiaro. I brand che decidono di comunicare attraverso i branded podcast devono quindi avere un’accortezza in più.


Infatti, ancora troppo poco è stato detto sull’importanza di pensare a quale dovrebbe essere l'identità sonora di un brand, in un contesto in cui l'audio ha il ruolo di protagonista.


Quando parliamo di identità sonora ci riferiamo proprio all’esigenza di definire, oltre alle parole, una voce, un modo di parlare, un suono o una musica che si fa portavoce del messaggio di brand e aiuta a identificarlo. Specie in un contesto in cui non esistono elementi visivi a supporto del messaggio.


Ogni volta che un brand parla attraverso un podcast, crea, aggiunge o modella il proprio marchio o messaggio e l'uso strategico della voce è indispensabile per creare prodotti, marchi ed esperienze che suonano tanto attraenti quanto sembrano sentendoli raccontare.


Una voce ed un linguaggio che, primariamente, devono essere autentici: i podcast, infatti, sono strumenti pensati per una generazione digitale, abituata alla relazione diretta con i brand (si pensi ai social media) e che, probabilmente ascoltano poco o niente la radio, ma trovano nel podcast una sorta di sostituto.


Attenzione però: il podcast non è un programma radiofonico. Tono di voce e linguaggio devono essere espressivi, quasi intimi, a differenza della voce annunciata e performante di radio e media. Questo perché i podcast raccontano storie emotive, reali o inventate che siano.


L’obiettivo è costruire fiducia e connessione. Il podcasting sta quindi dimostrando il nostro desiderio di essere più reali, più aperti e più naturali. E le nuove generazioni sono l’emblema di questa sete di autenticità che i brand devono soddisfare.


I giovanissimi della Generazione Z e i Millennials sono quindi tra i più interessati al  mondo podcast: il profilo dell’ascoltatore medio, infatti, è quello di un utente tra i 18 e i 40 anni, interessato alle novità tecnologiche, laddove la fascia più giovane (18-25) è molto più presente come ascoltatore frequente su base quotidiana, di contenuti in lingua italiana ma anche in inglese*.


Sono spinti dalla voglia di imparare, scoprire nuovi contenuti e trend, ma anche dall’esigenza trovare un accompagnamento nei momenti di relax o nel tragitto casa – scuola.

Certo, parlare a un 18enne è ben diverso che rivolgersi a un 40enne, ma il filo conduttore sta sempre li, nell’autenticità.


Trovare la propria voce, il linguaggio che racconta per quello che si è, senza troppi fronzoli, è la vera sfida. 


E tu, caro brand, se vuoi dar voce al tuo brand, cosa aspetti a contattarci? Puoi farlo qui



(*) “United States of Podcast”, Nielsen 2019

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